venerdì 9 gennaio 2009

sogni, termini, stop e partenze

Stanotte ho fatto un sogno molto strano.
Ero all'aperto, di notte. Tanta gente intorno che scappava, tutti a mettersi al riparo. Cielo scuro da cui iniziano a cadere bombe, o presunte tali. Più che bombe, erano pezzi di lava infuocata, come dei meteoriti di fuoco, a pioggia dal cielo. Ci stendiamo per terra, sono con una persona. Un uomo. Che si sdraia vicino a me, mi tiene la mano. E poi si sdraia sopra di me, per coprirmi dalla lava con il suo corpo. Evitiamo i meteoriti e il cielo sembra calmarsi. Dopo un po' però un nuovo pericolo: dall'alto piovono oggetti strani, sembrano pagliuzze azzurre, che al contatto si aprono diventando aghi lunghissimi e affilati. Il mio lui è con me, mcontinua a stringermi la mano. Io mi giro su un fianco e gli dico: "qualsiasi cosa succeda, ricordati che sei la cosa più bella, importante e preziosa che ho". Poi è suonata la sveglia.

Non riesco a ricordarmi il suo viso.


Ultimo giorno di lavoro romano. Dubbi, tanti, sul futuro prossimo, sui tagli che tutti sembrano approntare nei prossimi mesi. Sulle speranze di trovare una qualche collocazione in quello che è, volenti o nolenti, il fottutissimo mercato del lavoro.
Ma non voglio pensarci, non oggi. Non più. La settimana prossima avrò 7 interi giorni di meritatissimo riposo: sette giorni di stacco, di svacco, da dedicare al cazzeggio più assoluto. Grande. Non succedeva da tempo, e ne ho proprio bisogno.

Domenica torno a Bologna, sono contenta.

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