lunedì 21 giugno 2010

Come uccidere una città


Questa è via del Pratello durante una sera normale, a Bologna. Ragazzi che bevono, chiacchierano, a volte suonano e pisciano, magari vomitano, per strada. Da parecchio tempo si parla di degrado al Pratello e c'è anche un comitato, cosa abbastanza scontata nella città dei comitati che spuntano come funghi, che lotta strenuamente contro le osterie fracassone. Cofferati aveva dato un bella batosta, con la chiusura imposta alle 22 per molti di loro. Delbono aveva provato a pensare di fare (si è davvero limitato solo a questo) qualcosa di più utile e lungimirante, poi finito nel cesso insieme a tutto il resto. Ora la questione ritorna a galla, come ogni estate.

Il problema non è il Pratello. E' una zona che è sempre stata così, dagli anni '60, e chi abita lì può certo dire la sua e avere il sacrosanto diritto di dormire, ma non può sistematicamente lamentarsi per qualsiasi cosa, quando era perfettamente cosciente di dove andava a vivere. Se sei in via del Pratello, lo sai che ci sarà casino sotto casa. Così come se vivi in via Petroni. Giusto limitare in qualche modo la non civiltà dell'80% dei ragazzi, ma non si può sempre risolvere tutto chiudendo e basta. O imponendo regole incredibili, come non servire più da bere dopo mezzanotte e mezza, o abbassare le serrande massimo all'1.

Il problema è questa città ospita 100 mila studenti. Ragazzi dai 20 ai 30 anni, a tenersi larghi, che qualcosa dovranno pur fare la sera! Bisogna dargli spazi, idee, alternative, progetti. Costruire qualcosa. Non vietare e basta. Sennò il calo delle matricole continuerà.

L'altra sera sono stata a un concerto dentro una casa al secondo piano di una via centralissima. Mi sono sentita quasi come se fossimo in Iran, perchè stavamo davvero esagerando, con tanto di batteria e basso amplificato. Poi è ovviamente arrivata la polizia. Appena si ha un fazzoletto di libertà, diventiamo tutti iper gasati. Poi, scendo al locale dietro l'angolo e mi sento dire: è mezzanotte e mezza, non posso più darti da bere. Ma vaffanculo! E' venerdì! E io ho solo 27 anni!!

Alle 23,30, d'estate, è molto difficile trovare una gelateria aperta in centro. Così come diventa complicato bere una birra intorno all'1, in qualsiasi punto. Al parco della manifattura ti cacciano alle 23,30, nonostante faccia caldo e ci sia un bel giardino pubblico con tanto di baretto e concertini.

Io mi sono davvero stufata. Perchè poi finisce che, come al vicolo Bolognetti, vincono le cover band, i comici e il divertimento livellato sull'italiano medio.

Basta!

E non mi venite a dire...eh gli anni 90 sai erano una figata..basta piangersi addosso, vi prego.

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