domenica 31 agosto 2008

il campo rom di via dameta

I bambini del campo rom di via Dameta (La Rustica) vanno a scuola, alcuni parlano molto bene l’italiano, addirittura con accento romano. Tra di loro parlano in “zingarese”, e qualcuno sostiene di sapere anche lo slavo o il francese, da piccoli ci hanno vissuto qualche mese. “Da piccoli”, appunto. Perché ora sono già grandi. Ci accolgono con slancio e affetto, ci prendono la mano, cantano canzoni che forse farebbero storcere il naso a bimbi italiani della stessa età. Chiedono senza tregua come ci chiamiamo, come si chiamano i nostri genitori e i nostri fratelli. Sono curiosissimi, come bambini. Anche se alcuni di loro, a 12 anni, di bambini veri ne hanno tirati su almeno tre. E ti rispondono ‘è stata dura, ma ce l’ho fatta’. Poi, ammirano ad occhi aperti i più grandi, annusano i loro capelli profumati (‘che buon odore, oggi hai fatto il bagno?’) e imitano i loro miti adolescenziali, dai ballerini di Maria de Filippi ai cantanti stranieri ospitati dagli ipod degli adolescenti italiani.
Sono sporchi, i bambini del campo rom di via Dameta, un po’ come tutti i rom. Ma, come tutti i bambini del mondo, non se ne curano granché. I loro fratelli e sorelle più grandi, invece, si vestono e curano come qualunque teenager romano, quasi come se la pulizia personale sia un rito di iniziazione al mondo dei grandi, una condizione temporanea durante la quale si sceglie un compagno e si fanno i figli. Per poi ritornare sporchi, a volte. E i bambini lo conoscono questo strano ciclo di vita, che va più veloce di quello dei loro compagni di scuola, anche se da settembre saliranno sullo stesso pulmino. Così come sanno che da grandi si beve la birra, con il rischio di ubriacarsi: “come i romeni, quelli sono troppi ormai a Roma” dicono, rivendicando l’origine slavo-bosniaca. E quasi sembrano infastiditi quando scoprono che tra i volontari ce ne sono quattro, di romeni, i romeni tra i volontari che li censiranno, ma poi prendono per mano tutti e una volta capito che su quel camper nessuno fa le punture bensì foto, ritornano bambini e diventano impazienti ed euforici. Solo per una foto.

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