giovedì 30 ottobre 2008

paura&delirio


Oggi c'è stato il grande corteo, l'ennesimo di questi giorni. Ma io non c'ero, e mi sono persa anche gli scontri con la polizia, che tanto prima o poi sarebbero arrivati.

Che dire, sembra siano tutti sordi. Sento l'impotenza addosso, quasi una gabbia...questo paese è arrivato davvero alla follia più pura. Si decide nella stanza dei bottoni e fuori non si può far altro che sbattere le ali, sotto una teca di vetro. Prima o poi l'aria finirà.


Nel frattempo..domani è l'ultimo giorno. L'ultimo giorno intenso con dodici ore no stop di vita di redazione. E' ora di tirare delle somme.

Credo di aver imparato tanto e di aver dato il massimo. Ho vissuto quattro mesi a palla, senza fermarmi mai, senza guardarmi indietro. Ho avuto soddisfazioni, strette di mano che ti regalano sorrisi per almeno un anno, momenti critici in cui pensavo di aver sbagliato tutto e da cui, poi, mi sono tirata su in fretta. Ma tutto sul filo di un'energia potentissima, che non so nemmeno dìcome sono riuscita a mantenere così alta, sempre al 100%.
Ora arriverà la parte più difficile, la parte in cui dovrò sforzarmi ancora di più ma senza un timone a fare da guida. Ora ci sono davvero solo io, e molto dipenderà da quello che sarò in grado di fare. Quindi..avanti miei prodi, perchè ne vale la pena. Cazzo, se ne vale la pena. E' quello che più ho desiderato nella mia vita.

Tutto questo surplus di energia catalizzata sul lavoro mi ha fatto perdere, però, una gran quantità emozionale. Mi sto sforzando come mai ho fatto a sorridere agli altri, a guardare il mondo con altri occhi, a tendere verso gli altri piuttosto che andare avanti con la mia solita testa di ariete pronta a sfondare tutto. Però davvero...cosa mi emoziona ancora, a parte una giornata intensa in cui sono riuscita a capire le cinque cose fondamentali da trasmettere a chi leggerà il giorno dopo? Poche cose.

L'inverno è qua, le foglie stanno cadendo da tanto tempo e la mia macchina è sommersa. Quindi spero di non rimanere così fredda, così calcolatrice nelle cose in cui non ci sarebbe davvero niente da calcolare. E soprattutto di far trasparire un'idea ben diversa da quella che normalmente sprigiono: non è vero che posso fare a meno degli altri. Non è vero che sto benissimo da sola. Ma è vero che ora più che mai ho bisogno di punti di riferimento un po' più fissi nella mia vita. Ora che mia madre sta praticamente emigrando, mio padre rimane sempre ai livelli di vagabondaggio internazionale che mantiene da una vita e le mie sorelle stanno prendendo strade che per me sono ancora lontane. Ora è finito il tempo di fare le cose da sola, o per lo meno questo si spera.

Credo che poi tutto si basi su un meccanismo molto semplice: il gioco con le carte da accoppiare, che ho sempre chiamato insalata. Quando scopri la prima e devi azzeccare la seconda. Se non trovi la coppia, le ricopri entrambe e attendi di nuovo il tuo turno. Ne ho scoperte parecchie, a volte ho preso degli abbagli clamorosi, altre volte no. Ora vediamo se arriva il prossimo turno.

Domani non metto un punto. Domani ne metto di due punti.
Così

:

E avanti.

2 commenti:

Mrzina ha detto...

"Abbandonare il superficiale e ricercare il profondo è la via che segue colui che ha coraggio".
Sei unica. Vai così.

LaMari ha detto...

Hai tutto l'amore e la stima delle persone che, freddezza o no, ti circondano. Attingi sempre a quello, che è il più puro, che è l'essenziale, che è esplosivo.
Non sei mai sola.