martedì 6 gennaio 2009

Finalmente, ce l'ho fatta

Mi porto dietro questo libro da due mesi. Questo insignificante, stupido e inutile libro, che mi sono imposta di leggere per dare un'altra chance all'autore, per vedere se ero io che mi sbagliavo.

Ennesima conferma: Alessandro Baricco non mi piace, e non mi piacerà mai.



City è una storia fatta di tante altre storie. Utilizza un linguaggio a volte poco convenzionale, che traspone l'oralità contemporanea o le onomatopee di fumetti e televisione. Mischia linguaggi, in un sincretismo che, al giorno d'oggi, non ci stupisce affatto. Forse quando è uscito, nel 1999, poteva colpire di più, ma mille altri autori, molti anni prima di lui avevano iniettato nella narrativa modi di scrittura e spazi linguistici molto strani, originali, innovativi.
Dunque, Baricco non inventa nulla.
Ma al di là di questo, non credo che per fare un buon lavoro si debba sempre inventare qualcosa. Anzi.
Il fatto è che c'è un'apparente complicatezza, una profondità solo accennata. Ti senti un lettore stupido, che non riesce ad orientarsi tra tutti questi fili, che magari a volte non capisce.
E invece sei semplicemnte preso per il culo. Davvero.
E la cosa più fastidiosa è l'interruzione senza alcuno scopo dei dialoghi. Si aprono digressioni infinite e, ripeto, inutili. Ti viene di voglia di saltarle, e le salti. Perchè non aggiungono nulla, non hanno un qualche fine semantico, nè semiotico.
E' reale fastidio. Spaccheresti la testa all'autore. E non credo nemmeno sia voluto, non lo faccio così furbo.
Poi...carina la storia del genio di 15 anni che vuole tornare a fare il bambino perchè ha perso la sua adolescenza...bho, magari anche Qui, Quo e Qua hanno avuto traumi simili. O anche Russel Crowe in A Beautiful Mind...
voglio dire...già l'idea è debole. In più me la condisci talmente tanto, mostrando i muscoli di una creatività sterile, fastidiosa, irritante, che in realtà produce solo no-sense intorno. E non perchè il no-sense non abbia un qualche valore in questa epoca culturale, anzi.
E' davvero una scrittura vuota. Inutile. CHE VUOLE UMILIARE IL LETTORE FACENDOLO SENTIRE IGNORANTE. IN REALTA', IL PIU' IGNORANTE E' PROPRIO LUI, L'AUTORE. E I LETTORI LO SANNO.


E QUINDI LO MANDANO A FANCULO.


Amen.
Finalmente posso passare avanti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Eddai! City è un libro di merda, ma non sparare a zero su Baricco! Io, SETA, più lo rileggo e più mi piace. Magari è stato culo?!?
LaMrzi

pibio ha detto...

Non piace neanche me Baricco, bleah... L'unica cosa buona che ha fatto è stato parlare in TV di Cormac McCarthy, circa 10 anni fa, non lo conoscevo ancora.