giovedì 21 gennaio 2010

pubblico&privato



La vicenda che sta tenendo occupati i giornalisti di Bologna e che è sulla bocca di tutti è questo fantomatico Cinzia-gate. Che oltre a costringere a un super lavoro i giudiziari e i divanisti, sta ponendo al centro del dibattito la stessa questione che venne fuori per papi, la d'addario e compagnia cantante. Il privato di un personaggio pubblico ci interessa? E' giusto curiosare tra le preferenze sessuali, amorose, personali di una persona che riveste un incarico pubblico e giudicarle in mezzo alla piazza? Qual è il limite oltre il quale, anche se sei il Papa, è legittimo rispondere "sono cazzi miei"?

Cinzia è stata per diversi anni la fidanzata di Flavio Delbono, oggi sindaco di Bologna, erede di un Sergio Cofferati tanto amato all'esordio quanto odiato a fine mandato, ex vice di Errani alla presidenza della Regione. Cinzia era dipendente comunale, poi passata in regione a fare la sua segretaria personale, poi finita al Cup. L'inchiesta che li vede coinvolti sta chiarendo se in varie missioni di lavoro e in altre occasioni ci sia stato un utilizzo, da parte di Delbono, di denaro pubblico per spese che coinvolgevano i due e che non riguardavano certo questioni lavorative. Entrambi, dunque, sono indagati per peculato.
Delbono, che inizialmente non ha commentato la vicenda rimanendo in un religioso silenzio stampa quasi irritante, ha deciso adesso di cominciare a replicare. E a difendersi. Con una serie di comunicati sta dicendo che non ha mai usato soldi della Regione e che dimostrerà tutto ai magistrati.

Ora, innocente o colpevole che sia, mi chiedo: la tua vita privata, in quanto sindaco di una grande città, dovrebbe quanto meno ridimensionarsi. Sempre più verso il pubblico, ahimè, per via del ruolo che rivesti. E' il mestiere che hai scelto di fare, la gente ti dà fiducia anche per come ti comporti nel privato. E anche se non ci sarà nessun reato e risulterà tutto una bufala, è chiaro che l'immagine può compromettersi davanti ai tuoi elettori.
Non sono una moralista, lungi da me. Ma quello che mi dà fastidio è che, come al solito, si dia credito all'immagine di uomo e, di conseguenza, anche di donna, che mantiene e che provvede economicamente. Regali, soldi, viaggi..così si conquista. E così ci si lascia conquistare. Poi, se finisce, ho sempre qualcosa per cui vendicarmi o qualche pretesa da avanzare. Il modello di donna alla Berlusconi diciamo. Io sono un uomo carismatico, amo le donne (tutte) e le tratto bene. Ecco, questo tipo di conquista proprio mi stravolge.
Se in più fossero soldi pubblici, ancor peggio.

Poi, uno può avere tutte le donne amanti che vuole. Può andare a trans, può anche usare droga..basta che tutti i giorni non si tiri fuori la famiglia però. Per quietare le acque con una Curia che ha potere e fa sentire la sua voce. Non è esattamente il caso di Delbono, questo va riconosciuto, ma a livello nazionale gli esempi si sprecano. Rompete le scatole con il matrimonio e poi non ce n'è uno che non ha divorziato. E qui, mi spiace, la protezione del "fatevi gli affari vostri, la mia vita privata non c'entra" non può valere. Se tu fai delle leggi che influenzano la mia vita privata, io almeno voglio sapere tu nella tua come ti comporti.

Detto questo. Sembrano bruscolini rispetto a quello che sta succedendo a Montecitorio. Processo breve?? Non ho più parole..siamo finiti nell'ipocrisia più totale. Si cerca di giustificarlo dicendo che è per il bene dei lunghi tempi della giustizia italiana..

Spero che la coscienza degli italiani resusciti presto, insieme al gusto di indignarsi.

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