domenica 24 luglio 2011

Sognare estate


Quest'anno, per la prima volta, invece di salutare il mio ragazzo all'aeroporto e lasciarlo partire per qualche viaggio esotico da solo (e io povera precaria in città a lavorare), sarei dovuta andare anche io. Finalmente, in vacanza d'estate insieme.

Poi, succedono cose talmente imprevedibili e talmente grosse, che non esiste nessuna estate, non esistono impegni, programmi, promesse. Esiste solo il fatto che a 28 anni, un caldo lunedì di inizio luglio, ti ritrovi più sola e costretta a diventare grande davvero, tutto d'un botto.

Ora, è come se avessi messo uno spartiacque fra il Prima e il Dopo. Prima, un mondo colorato e bello, Dopo, tristezza e rammarico. Ovviamente, non è così: nemmeno il Prima era così bello e il Dopo non potrà diventare tanto terribile.

A starmene qua, nella mia camera-ufficio, non mi sembra neppure vero. A starmene lì, invece, nel paese dove sono nata e cresciuta, tutto è terribilmente reale. Nel frattempo, la condizione lavorativa pesa sempre di più, umilia e offende. Chi li capisce è bravo.

Mio padre aveva 69 anni. Si è spento a Pechino, in una stanza di albergo, mentre leggeva il giornale prima di addormentarsi.

Ora, si riparte. Da dove?

Mi auguro che quel giornale fosse la Gazzetta dello Sport.

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